E pace in terra agli uomini di buona volontà, Gloria
1.000 scatole, ciascuna con un peso stimato dai 5 ai 6 kg contenenti farmaci e generi alimentari, 900 sacchi di vestiti divisi per età e genere, passeggini, coperte sono partiti oggi da Cecina per sostenere il popolo ucraino. Diretto all’ospedale di Leopoli, per la consegna di farmaci di primo soccorso, il camion proseguirà lungo il confine ucraino per distribuire i generi alimentari e gli abiti a tutta quella popolazione che in questo preciso momento fugge dai bombardamenti e dalle azioni militari che vedono i soldati russi fronteggiarsi contro la resistenza messa in atto dal popolo ucraino.
Se da una parte la guerra svela le sue azioni politiche ed economiche, mette a nudo la fragilità della democrazia, portando dietro di sé devastazione e morte, dall’altra esalta la solidarietà con cui ne sovverte la sua illogica disumanità. Fuori da ogni ideologia, da ogni concetto di appartenenza richiama a se il diritto alla vita che spinge ogni essere civile a sostenere l’uomo e la sua disperazione.
La macchina dei soccorsi si mette in moto e lo fa con la stessa rapidità con cui un “no” sintetizza la sua azione di protesta. Nel suo piccolo, perché i numeri dei morti e dei feriti corre più veloci delle buone azioni, il volontariato ha deciso di scendere in prima linea nella raccolta di ciò che è essenziale a chi improvvisamente perde tutto. L’associazione Cecinesi per l’Ucraina, coadiuvata dall’Anfi, Pubblica Assistenza, Auser, Protezione Civile, Oxfam, Caritas, gli operai del Comune, hanno raccolto le donazioni che spontaneamente e in modo corale sono arrivate dalla cittadinanza locale.
Agire è stata la risposta più sensata per dimostrare il proprio dissenso contro l’assurdità di una guerra promossa contro la libertà e la democrazia. La scelta di donare abiti, di sostenere concretamente il prossimo, attraverso la raccolta di farmaci, viveri o, nella forma più diretta, ospitando in casa propria, nel silenzio del buonismo di immagine, dimostra la consapevolezza che l’azione è l’unico mezzo con cui ci possiamo imporre verso le politiche totalitaristiche, un’azione sovversiva che ne mini le sue strategie subdole e persuasive.
“Ho portato qui quello che potevo – afferma O. con la voce rotta dal pianto – quando sono arrivata qui in Italia io non avevo niente. È stato difficile, ma adesso mi sento di dover fare io qualcosa per gli altri”. “Dono perché non potrei fare altrimenti – afferma L. – non sarei un essere umano se mi voltassi da un’altra parte.” “Abbiamo la sicurezza del nostro quotidiano – dichiara M. – sarebbe ipocrita non sostenere chi in un istante ha perso tutto”.
Molti sono i cecinesi che ospiteranno i profughi che, gestiti dalla Caritas, arriveranno dal fronte di guerra, mentre le scuole accoglieranno i bambini per garantirgli quel diritto di “normalità” con cui diamo forma ai concetti di casa, famiglia, amicizia e cultura.
Si sottolinea il bisogno di sopperire la mancanza di farmaci ospedalieri. Farmaci non acquistabili in farmacia, per questo l’Azienda Sanitaria in collaborazione con l’associazione ANFI, intestataria del conto corrente IBAN: IT66O0846170690000010980476 – intestato ad Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia sez. di Cecina presso Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci – Agenzia di Cecina, che ha promosso la raccolta fondi.
Per Info: emergenzaucraina@comune.cecina.li.it
Il servizio è di Elisa Favilli. La voce fuori campo è di Andrea Cavallini.
Si ringraziano per il materiale video-fotografico Giovanni Cavallini, l’ufficio stampa del Comune di Cecina e Omnia Photo.