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Ci ha lasciato Vezio Gabellieri, l’ultimo dei Partigiani

autore: Elisa Favilli

Una pagina di storia

Vezio Gabellieri, classe ’24, tra di noi galeotto fu l’ANPI, il tema del nostro incontro Carlo Cassola.
Dovevo trovare qualcuno che venisse a scuola a fare un approfondimento sullo scrittore e la direttrice dell’associazione cecinese, Patrizia Cotta Ramusino, sfoderò l’arma vincente: “Abbiamo Vezio Gabellieri, il partigiano che ha combattuto al fianco di Carlo Cassola!”. Bingo. Non lo nego, l’entusiamo sale alle stelle: chi ha vissuto la storia in prima linea ha una tavolozza di colori che uno storico, per quanto bravo nel riportare i fatti non ha, qui i dettagli fanno la differenza, soprattutto perché nelle sfumature di chi racconta la vita vissuta, l’emotività ti inchioda e ti fa amare questa materia che per gran parte dei ragazzi oggi è diventata vecchia e maledettamente ostica.

Vezio Gabellieri, l'ultimo partigianoAl nostro primo incontro ci presentiamo con Patrizia e una collega di scuola, che lei Cassola lo ha conosciuto quando era una ragazzina. Sulla porta di casa ci aspetta lui: un omino distinto, sulla soglia dei suoi 98 anni, con due occhi vispi che ti mettono in guardia da un’intelligenza fuori dal comune.
Quando ci accoglie nel suo salotto e inizia a palare, Vezio ci svela con dovizia di particolare il suo vissuto, di come è nata la sua avversione verso il fascismo, di come ha incontrato Cassola, di come ha riscattato la sua identità in un’Italia che nel dopoguerra era tutta da ricostruire, gli anni in cui gli ideali sono finiti e il momento in cui ha riconosciuto nel pessimismo di Cassola la società egoista di oggi. Ci sono tante notizie in quelle 4 ore di racconto da tirarci fuori pagine di libri, ma soprattutto un buon pezzo da presentare ai ragazzi. Sì perché nonostante Vezio si dimostri disponibile nel venire a scuola a parlare con le classi, sono consapevole che l’attenzione distorta con cui molti ragazzi oggi si approcciano al tempo dell’ascolto non rispetterebbero la sordità con cui il covid ha leso la sua persona.

Vezio Gabellieri, l'ultimo partigianoCon il direttore responsabile e l’editrice di Toscana.Live decidiamo, quindi, di fargli un’intervista.
Io e Vezio ci rivediamo un’altra volta per definire i dettagli e capire che taglio dare all’intervista. Qui scopro che “Mosca”, il suo nome di battaglia nella Brigata Garibaldi, ha pedalato tra Volterra-Pisa-Piombino-Pomarance, per portare i messaggi in codice, per garantire aiuti a chi nella macchia di Berignone ha tutelato la libertà di questa vallata e non solo. Che questo ragazzo di quasi 100 anni, parlava correttamente il greco, traduceva le epigrafi etrusche, voleva diventare medico, ma poi decise, una volta finita la guerra di intraprendere gli studi di economia e ad un diniego di un prof di ragioneria, decise di prendersi il diploma di ragioniere prima di conquistarsi un 27 e rinfacciare al prof di essere all’altezza della carriera accademica che aveva intrapreso.

Mente raffinata Vezio e con i piedi ben pianti per terra. Quando l’Italia deve rimboccarsi le maniche lui si specializza nel diritto agrario, gestisce e assicura tutte le aziende agricole del volterrano. Il suo lavoro spicca agli occhi del Ministero dell’agricoltura, a Roma per far tornare i conti c’è bisogno di uno come lui e lui, nonostante una certa titubanza accetta la sfida e la vince. Quando l’economia del paese vedrà un braccio di ferro tra il mondo agricolo e la nascente industria capitanata da Giovanni Agnelli, Vezio sarà scelto tra le teste che dovranno rilanciare, sostenere e promuove tutte le obiezioni all’avanzata della locomotiva torinese.
Lo ammetto, la mia curiosità mi porta fuori tema. Quando lo riporto su Cassola mi faccio piccola perché l’amicizia è sempre un tema privato. Lo capisco dalla stima con cui lo critica, dalla sincerità con cui devia su quel pessimismo con cui lo scrittore ha descritto la società contemporanea.

Elisa, oggi c’è troppo egoismo. Ai nostri tempi lottavamo per un’ideale oggi ognuno pensa solo al propio orticello e tutto il mondo sta andando in malora. I ragazzi di oggi sono allo sbando perché mancano esempi, modelli da imitare…”.

Vezio Gabellieri, l'ultimo partigianoMa poi c’è un guizzo, una simpatia innata che lo contraddistingue, un’ironia che emerge per quell’intelligenza innata che lo rende unicamente Vezio, il temerario ragazzo che si è sempre schierato dalla parte della libertà, l’uomo che ha ricoperto ruoli di comando anteponendo l’onestà prima di tutto. C’è una costellazione di aneddoti con cui descrive Cassola quando erano in battaglia e qui improvvisamente ti trovi dentro l’avventura, la scelta di essere partigiano, l’astuzia di combattere e sconfiggere il nemico, i sabotaggi, la bicicletta, il suo carattere “fumino” mitigato dalla saggezza di Cassola che lo fermò dal compiere gesti insensati.
In una società come la nostra che ha scelto di tagliare il tempo, gli spazi della lettura, bisogna scrivere poco e dire cose in battute concise, per non stancare chi legge o ascolta. Formulo una serie di domande precise a Vezio, restringendo il suo campo d’azione. Ma per fortuna, come spesso capita, le frasi più belle sforano i tempi tecnici e l’età avanzata ci concede perle di ricordi di inestimabile valore che se ne fregano del rigore imposto dagli spazi tecnici, quindi a chi monta, come dice Manzoni, spetterà l’ardua sentenza di tagliare ciò che risulta prolisso. Alla fine tiriamo fuori un ottimo prodotto, grazie alla professionalità e alle sensibilità di Giovanni e Gabriele.
Vezio Gabellieri, l'ultimo partigianoPrima di metterlo in onda lo faccio vedere a Vezio che criticamente esordisce: “Sono diventato vecchio!! Non dovevo leggere! Io facevo relazioni alle università e ora guardami!!”. Sorrido. Gli ricordo che la telecamera mette in soggezione e poi le candeline da soffiare non sono poche. Alla fine della registrazione del filmato è soddisfatto e conferma che tutto ciò che ha detto è vero. Bene. Ci siamo promessi che ci saremmo rivisti, ci siamo scambiati gli auguri per il suo compleanno e per Natale, dovevamo rivederci per un lavoro sugli Etruschi, ma adesso è troppo tardi.

Vezio ci ha lasciati. Mentre pubblichiamo questo articolo al Duomo di Cecina è in corso la funzione sacra con cui potremo salutarlo. Se ne va via una persona brillante, un pezzo importante di storia, ma soprattutto, per chi scrive, una bellissima persona.

Alla famiglia, da pare mia e di tutta la redazione vanno le nostre sentire condoglianze.

L’ intervista, svoltasi presso lo studio privato di Vezio Gabellieri, è stata registrata dalla troupe di Toscana.Live il 15 Novembre 2023.

Vezio Gabellieri, l'ultimo partigiano

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