Il Comune di Cecina, come le altre Amministrazioni del territorio, ha commemorato le vittime dell’Olocausto con una cerimonia itinerante alla presenza delle autorità militari e civili, delle associazioni cittadine e di una rappresentanza di studenti delle scuole cecinesi.
“Porto al collo con onore – ha esordito il sindaco Samuele Lippi – il fazzoletto che il nostro Mauro Betti mi ha donato, quello con il marchio del prigioniero politico. Noi abbiamo voluto raccogliere il suo testimone e portare avanti la sua volontà di tramandare il racconto di quanto successo alle nuove generazioni. Lo facciamo anche con questo muro della memoria, qui in piazza Iori, un muro che simboleggia tutte le divisioni ma anche la battaglia degli uomini per abbatterlo, per aprirvi degli spiragli. E quest’anno, proprio oggi nel giorno in cui si ricorda l’Olocausto, una delle pagine più oscene, vili e infami che la mente umana abbia potuto pensare, inauguriamo un secondo murale su questo muro, che ritrae un anziano di spalle, Mauro Betti appunto, per mano ad una bambina, che rappresenta Liliana Segre, testimone attiva che combatte l’indifferenza e l’odio”.
Il murale è stato realizzato dagli studenti del liceo artistico dell’istituto Marco Polo, coordinati dalla professoressa Sabrina Ricci.
“Il Giorno della Memoria – ha sottolineato la presidente dell’Anpi Bassa Val di Cecina Patrizia Cotta Ramusino – ci vede come sempre presenti in nome della democrazia e dell’importanza di difendere le regole che gli Stati democratici si sono dati per garantire il rispetto dei diritti di tutti e la libertà”.
“Oggi, con questa cerimonia onoriamo i deportati ed internati militari e civili – ha ricordato la presidente del Consiglio Comunale Sabrina Giannini – Le privazioni, le vessazioni, i pericoli, i maltrattamenti, la totale e completa sottomissione forzata, sono rimasti pudicamente conservati nella coscienza delle vittime, nei loro diari e memoriali, timorosi dello scetticismo dei tanti che, finita la guerra, volevano buttarsi il passato alle spalle. Le vittime hanno portato e portano quelle vicende tutti i giorni sul proprio corpo, nelle proprie coscienze, hanno imparato a convivere con il ricordo di quell’orrore. Siamo noi che dobbiamo ricordare per avere viva la consapevolezza che ciò che è stato può tornare. La Giornata della Memoria allora ci interroga su un passato che ci appartiene individualmente e come italiani e da cui dobbiamo trarre la necessaria capacità per comprendere le vicende del presente e contrastare i segni dell’intolleranza e dell’indifferenza”.
Alla fine della commemorazione è stata deposta una corona di alloro ai piedi della statua che rappresenta il rabbino livornese Elio Toaff, portatore di un messaggio di perdono e riconciliazione.