Un’attenta riflessione da dietro il sipario, da addetto ai lavori e… ai conti
“Il confronto con il CTS e le integrazioni ai protocolli di sicurezza potranno consentire, in zona gialla, la riapertura dei teatri e cinema dal 27 marzo, Giornata mondiale del teatro, e l’accesso ai musei su prenotazione anche nel weekend”.
Lo cinguetta su twitter il Ministro della Cultura del Governo Draghi, Dario Franceschini.
Pare, infatti, che la bozza del prossimo, ennesimo DPCM preveda che a decorrere dal 27 marzo 2021, gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi, anche all’aperto, saranno svolti con posti a sedere pre-assegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi.
Abbiamo chiesto un’opinione a Davide G. Arcieri (nella foto di copertina – n.d.r.), presidente dell’Accademia dei Riuniti, che da 200 anni conduce il prestigioso Teatro Persio Flacco di Volterra.
Arcieri, lei che un uomo di conti, più che di spettacolo, qual è la sua opinione da dietro le quinte?
Non è questione di curve e andamenti o di numero di tamponi, nelle cose di tutti i giorni “c’è chi canta le lodi e chi porta la croce“, diceva mio nonno, “sempre!” Aggiungeva e poi per qualche secondo restava zitto.
Oggi c’è solo da stare zitti e ancora ascoltare. Proprio mentre la televisione ci porta la felicità di un
“riapriamo con le mascherine e i distanziamenti”, la cronaca di giornali, e TG con la preoccupazione ed il sensazionismo di riapertura nella giornata della “Festa del Teatro”.
Come presidente dello storico Teatro Persio Flacco, che a Volterra dal Risorgimento vuol dire Cultura Arte è Spettacolo, chiedo: teniamoci forti e aiutiamo chi del teatro vive, chi per il teatro lavora e chi il teatro supporta.
Occorre essere contenti ed ottimisti per le filarmoniche, gli attori, i ballerini, i cantanti e declamatori. Occorre essere fiduciosi per l’attività di artisti e debuttanti, per i maestri, i registi, e per chi come noi, semplicemente è aiuto, ogni giorno presta servizio civico.
Ottimista, quindi, ma anche un po’ sfiduciato.
Saremo Accademie e Teatri sempre. Certo siamo pronti a Ri-partire, Ri-accogliere, senza chiedere risarcimenti perché non dobbiamo rinascere, non dobbiamo rigenerarci. Il teatro “genera da sè” ricchezza nel cuore, ingenera riflessioni, emozioni, sogni, per questo diventiamo storia, siamo la tradizione e l’esperimento, siamo un racconto, un canto lontano, siamo noi che offriamo Ristoro per animo e mente.
Il teatro è stato rivoluzione; oggi è luogo dove scegliere, ricordare e progettare.
Il teatro va però sostenuto in maniera concreta è un luogo che merita l’attenzione di chi governa le istituzioni, va reso libero e in grado di lavorare. Aprire al 25% della capienza, sappiamo cosa vuole dire? Capiamo la difficoltà di chi non percepisce aiuto economico?
Il Teatro è socialità, accoglienza, scuola e incontro generazionale fa vergogna che alcuni non capiscano questo.
Che cosa dovrebbero fare di più le Istituzioni?
Istituzioni ed enti non devono autorizzare l’apertura ora, proprio ora in questa situazione grave devono indicare in maniera concreta come, essere sostentamento! Non basta un messaggino sui media siano essi social o no social.
Non servono astrusi bandi e logiche amministrative di concessioni a pioggia, a volte a discrezione, dove chi può vive chi non può si arrangia e diventa postulante di misericordie.
Questo solo per il bene di chi verrà.
Se questo avviene “una apertura” noi saremo capaci di custodire anche in questo tempo, chi verrà a trovarci e ce la faremo!
Saremo capaci e forti! Spesso soli, ma sia chiaro non basta solo decretare una “apertura” e poi demandare tutto ai volontari del teatro, ai benemeriti mecenati. Questo è il momento delle verità ovvie: non basta guardare solo quello che vogliamo “vedere”.